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Benvenuti nella valle dal ritmo frizzante

Le località più interessanti, che si incontrano seguendo il corso del Torrente Versa
dalla sorgente alla foce, sono:

I nostri  comuni

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Altre località  interessanti

MONTARCO DONELASCO PIZZOFREDDO • SORIASCO SANNAZZARO


SORIASCO

Arroccato su di un colle, nel cuore della Valle Versa, sorge Soriasco, piccolo e grazioso borgo dalle origini antichissime, probabilmente romane.
“Una pomposa chiesa, un altissimo campanile, un massiccio palazzotto, un vecchio castello, un’antica torre, poche case” ecco Soriasco, descritto con mirabile capacità di sintesi paesaggistica dal Conte Cavagna Sangiuliani.
Oggi, poco è cambiato dalla fisionomia generale ad eccezione del campanile, più che dimezzato rispetto all’alzato originale e di quelle case tutte ristrutturare.
Riguardo alla sua fondazione, non si sa nulla di preciso, alcuni storici pensano che sia stato fondato in epoca romana, perché considerato insieme ai paesi di Rovescala, Montarco e Montecalvo Versiggia; altri invece tendono a considerare l’eventualità di una fondazione più tarda, cioè a quella ligure, ciò si capisce dalla desinenza in –asco presa da un latino ligurizzato.
Il nucleo insediativo viene a trovarsi su una sommità detta Poggio Castelliere o Castellaro, infatti in passato era il luogo più ricercato e preferito dalle popolazioni dell’Età del Bronzo o anche da quelle Liguri, perché riparato dalle colline sovrastanti e non soggetto a venti o intemperie.
Non solo per questi motivi, ma anche per la ricchezza di acqua nel sottosuolo e per la fertilità del pendio che garantivano il necessario sostentamento della vita della comunità.
Sfortunatamente il popolo ligure non era dedito all’arte edilizia, infatti la maggior parte delle abitazioni era di materiale facilmente reperibile in natura (legno, paglia..) ma, proprio poiché reperibile, nulla è rimasto.
Secondo una consuetudine assai diffusa nell’antichità, Soriasco vide una serie ininterrotta di sovrapposizioni insediative, pertanto l’abitato di età romana doveva sorgere esattamente sull’area poi occupata dal borgo medievale.
Per questo motivo non deve stupire la presunta mancanza di affioramenti archeologici, considerate le distrazioni, i rifacimenti ed i numerosi stravolgimenti edilizi vissuti da Soriasco nel corso dei secoli.
Situato in una zona limitrofa a Soriasco, si erge il nucleo abitato di Ca’ Scodella, che costituisce un grosso enigma.
E’ infatti noto che decine e decine di anni fa, durante gli scavi per le fondamenta delle case degli abitanti, affiorò una messe vera e propria di reperti ceramici.
Essi vennero definiti scodelle, da cui appunto prese il nome il piccolo centro.
Dalla fondazione fino al IX secolo, non si ebbe nessuna notizia certa per quanto riguarda la storia di Soriasco.

La Dipendenza di Soriasco dal Monastero di Bobbio

I primi documenti riguardanti la storia di Soriasco, citano la dipendenza del piccolo paese dal monastero di Bobbio.
Nel primo inventario dell’abate responsabile dopo la metà del IX secolo, Soriasco era classificato come plebs, ciò sottintende l’esistenza di un importante luogo di culto dedicato a S. Gaudenzio, martire del IV secolo, e quindi, grazie a questa testimonianza, possiamo far risalire la nascita della Chiesa parrocchiale alla tardissima età romana.
Dopo questa testimonianza, un altro documento importante ritrovato, fu un diploma per la concessione alle terre del Monastero di due significative regalìe, ovvero l’istituzione di un libero mercato annuale con esenzione della franchigie di transito e di vendita e la liberazione di tutti i sudditi residenti nei possedimenti fondiari dell’abbazia.
In pratica dal 903 si poteva tenere in Soriasco il mercato, e la servitù non aveva più luogo d’essere.
Nei decenni successivi Soriasco subì vari cambiamenti, fu possesso della diocesi di Piacenza, di quella tortonese, ancora di Bobbio e infine della diocesi pavese.
Le lotte tra i comuni piacentini, pavesi e milanesi portarono morte e distruzione.
Il 1217 riportò la pace tra i Comuni e Soriasco ritornò a far parte del pavese.
Dei rigogliosi frutteti, delle miriadi di vigneti, delle distese di boschi, lavoro di generazioni, non rimanevano che fumanti rovine annerite.
Nei secoli successivi regnarono varie famiglie quali i Giorgi, i Del Pozzo, i Gambarana.
Il picolo ma forte paesino, passò attraverso pestilenze, morti, crisi demografiche.
Subì le stesse sorti dell’Italia: la dominazione spagnola, quella austriaca, l’esperienza napoleonica, l’annessione al Regno di Sardegna.
Durante le guerre d’indipendenza si verificò un fatto molto spiacevole.
Già dal 1853 Soriasco stava gradualmente perdendo valore perché nella borgata di Santa Maria della Versa incominciarono ad apparire caffè, alberghi, negozi, abitazioni, inoltre venne trasferita la fiera ed il mercato settimanale.
Dopo la partenza degli Austriaci scomparirono le barriere doganali e la nuova borgata era pronta a divenire un punto di riferimento per il commercio, si stabilirono le sedi della giudicatura mandamentale e gli uffici comunali.
Soriasco divenne sede delle prigioni ma si apprestava a vivere i suoi ultimi anni di vita comunale a causa della mancanza di spazi e della vetustà delle sue strutture medievali.
Sfortunatamente nel 1893 il decreto reale di Umberto I sanciva ufficialmente il passaggio delle consegne amministrative. S. Maria della Versa diveniva comune e Soriasco, che aveva combattuto nel tempo contro ogni problema, si confondeva con le altre frazioni.

Monumenti e costruzioni storiche

LA CHIESA PARROCCHIALE
Un tempo dedicata al culto dei S.S. Gaudenzio, Giacomo e Maria, ed attualmente alla Beata Vergine del Carmine, la parrocchiale di Soriasco si eleva su una piazzetta situata tra il torrione medievale, tragica memoria del passato ghibellino del paese, ed il palazzo Faravelli, esternazione di opulenza agricola ottocentesca.
Per quanto possano trarre in inganno le apparenze, occorre qui ricordare che la chiesa attuale non è frutto di costruzione nata di getto, ma di una serie di rimaneggiamenti architettonici ed estetici che hanno il loro incipit dalle strutture della primitiva cappelletta, eretta dai nobili Giorgi nel lontano 500.
IL PALAZZO FARAVELLI
Un tempo era possedimento di Cesare Faravelli, uno dei primi azionisti della Cantina vitivinicola “La Versa”, il quale, non avendo eredi, lo lasciò alla Congregazione Sacra Famiglia di Nazaret, una comunità di frati ancora oggi proprietari.
Un tempo era una grande azienda agricola produttrice oltre che di vino, di frutta, soprattutto mele e pere.
LA VECCHIA SCUOLA ELEMENTARE
Inizialmente occupava una parte del castello, ora diventato privato ed abitato, poi è stata trasferita in un edificio alla “periferia” del paese.
IL VECCHIO ASILO
E’ un edificio di tre piani ancora abitato ma di proprietà della Congregazione perché luogo, in passato, dove insegnavano le suore.
All’interno sono ancora presenti le aule con i seggiolini ed i banchi usati dai bambini, un’aula, dove i bimbi facevano le recite, caratterizzata da un palco con i tendoni, un tempo il sipario, il secondo piano è occupato dalla chiesetta costituita da un altare, dalle panche e dalla statuetta della Madonnina, che in passato era luogo di preghiera dei bimbi.

Il castello e le torri


Il castello e le torri Nel XI secolo l’abitato venne fortificato con la costruzione di un castello e due cinta murarie dotate di ben dodici torri con funzione di difesa.
A causa delle incursioni piacentine tra il 1215 e 1216 il castello subì gravi danneggiamenti e non venne più ricostruito.
Quello che oggi si dice “Castello di Soriasco” è in realtà una residenza castellata del ‘700.
Delle mura di cinta rimangono alcuni tratti, uno dei quali presenta ancora una delle dodici torre difensive, in pietra locale, oggi facente parte di un’abitazione privata.
Ma è la torre quadrata, che si innalza per circa 23 metri nella parte settentrionale del paese, la testimonianza più significativa dell’antico borgo fortificato.
Essa non faceva parte delle mura di cinta, si trattava probabilmente di un ulteriore elemento difensivo.
E’ anch’essa di pietra locale e presenta finestre ad arco a tutto sesto, talune in arenaria, altre in mattoni.
In passato si dicevano essere dodici, e stavano a rappresentare Gesù e i dodici apostoli.